Mi interrogavo:
Cosa potrei chiedere
all’Universo per te?
Se potesse lo esorterei
a tenerti celata la Morte
così che un giorno
il tuo
sia un semplice perire
senza mai dover morire
ad ogni tramonto.
Se ne fosse capace
lo implorerei
di non far passare
nemmeno un secondo
senza che tu l’abbia vissuto.
Se lo volesse
lo sfiderei
a renderti scultore
di ogni tua emozione,
e la tua vita
sarebbe una sterminata
collezione d’arte.
Rivolto al cielo stellato
allora ho così parlato:
Se ti è concesso concedere,
Universo,
torna quando gli occhi alle stelle
non saranno i miei,
così che sia il suo cuore a parlare.